lunedì 18 maggio 2015

Se non sei su internet....non esisti!

Qualche tempo fa, ho accettato una proposta di lavoro insolita per me. Dovevo fare social marketing per una scuola di ricamo di Alta Moda. Ho accettato la sfida...ed ho fatto bene!
Provenendo da studi economici ho pensato che un po'  di marketing non sarebbe stato poi così complicato. Mi sbagliavo!






Il punto è che fare social marketing non è postare qualche foto su facebook e mettere qualche commento. Il digital marketing è una cosa seria, su cui occorre impegnarsi:  nella comunicazione adeguata, usando lo storytelling, nella socialità, nella scelta delle foto giuste da pubblicare e delle cose intelligenti da dire. Nei contenuti da condividere.
Alcune aziende lo hanno capito.
Altre no.
E se fanno social marketing, lo fanno ad "uso e consumo domestico"...diciamo così. Artigianalmente.

Oggi nascono vere e proprie attività di business su internet. Pensate a quante aziende vendono  su internet: preparano un catalogo accurato dei loro prodotti, magari uno anche cartaceo che spediscono per posta e quello digitale pubblicato sui loro bei siti. Promettendo sconti vantaggiosi, per chi acquista via web.

Ma tornando alla mia storia.
Insomma, da quella esperienza fatta nel digital marketing, mi si è aperto un mondo. Un mondo del tutto nuovo: la possibilità di far girare il mio business anche rimanendo a casa.

All'inizio della mia carriera partecipavo a numerose fiere. Facevo dimostrazioni pratiche, esibizioni, il più delle volte lavorando gratis per interi giorni, pur di farmi conoscere ed apprezzare e....guadagnare contatti!

Come sono cambiate le cose nel giro di pochi anni!

Oggi posso lavorare a fare pubblic relations contemporaneamente e in tempo reale. Postare foto dei miei lavori mentre li sto facendo. Prendendo complimenti o critiche e suggerimenti per fare meglio.

E così mi sono appassionata al digital marketing, al punto da mettermi a studiare la materia, comprando libri, a documentarmi, a mettermi sul campo, offrendo al mio cliente un servizio in più. Dunque non solo vetrine e immagine, ma comunicazione anche sul web e sui social network.
Comunicare la propria azienda o quello che facciamo sul web, ha le sue regole. Se vogliamo che dia i suoi frutti bisogna farlo con competenza.

Ma sopra ogni cosa sul web è d'obbligo esserci!!!

E non basta avere un sito o un blog.
Il social network, come facebook ad esempio, che è il più popolare, permette alla gente di comunicare con voi in tempo reale.

E soprattutto umanizza le aziende!

Ma di questo parlerò nella prossima puntata.

C'è qualcosa di nuovo?

Nell'era del cake design e dei masterchef, negli ultimi anni non ho visto nessuna novità degna di nota dalle aziende che fanno packaging per il settore dolciario e home decoration .
Pasqua è stato l'ultimo appuntamento importante prima di chiudere la stagione della confezione e delle feste dedicate al re cioccolato!

Attendo con ansia e curiosità estreme le proposte per il prossimo autunno e soprattutto Natale 2015.
L'anno scorso la tendenza colore e il leitmotiv sono stati il blue Tiffany.  Per la verità poco visto in giro, celebrato soprattutto nelle deliziose vetrine dell'azienda newyorkese legittima proprietaria.

E allora come verrà celebrato il Natale 2015 che si accinge ad arrivare?
Purtroppo da troppi anni non vedo nessuna idea o formula di incarto che sia veramente cool, innovativa, diversa.
Le aziende concentrate sempre di più sul risparmio, rinunciano a qualsiasi investimento sulla ricerca, sullo studio di nuovi trends, sul lancio di collezioni veramente nuove, che diano un taglio col passato e portino una ventata di novità, che possa stimolare l'acquisto.

mercoledì 29 aprile 2015

LO SAPETE CHE E' GIA' NATALE?

E' da stamattina che parlo con gente che mi ricorda che siamo già in fermento per Natale!
Che leggo post che pubblicizzano i preparativi per il Natale!
Ma se ancora non sono andata in ferieee??????!!!!

Questa è la cosa che molti staranno pensando.
Eppure la mia mail box è già piena di inviti ad eventi sul Natale.
Naturalmente parlo per gli operatori del settore. Ovvero aziende e commercianti.
Questo è il periodo in cui inizia la programmazione per il Natale e si pensa a fare gli ordini per la merce che si vorrà proporre.
E' la regola del mercato!
Valida per tutti i settori merceologici. Lo fanno i grandi nomi e le grandi catene.
Se volete accaparrarvi le esclusive, gli articoli più ricercati, gli allestimenti con i visual più bravi, dovete fare in fretta!
Per i piccoli negozi però si è abituati a pensare in piccolo e a piccole distanze temporali. Per una pasticceria ad esempio, appena smontate le uova avanzate, vengono i brividi a pensare di doversi nuovamente impelagare in ordini di cioccolato e affini. Per non parlare poi della scelta dell'oggettistica e dei materiali da confezionare per la regalistica e le strenne.
Come fare a decidere cosa comprare?
Affidarsi all'intuito, fare un po' di sana ricerca, che non guasta mai, o affidarsi alle proposte delle aziende specializzate in vetrinistica, packaging e decorazione?

Quante di loro avranno studiato le linee facendo riferimento alla tavola dei colori Pantone,la massima autorità in fatto di colori di tendenza?

Tavola dei colori tendenza di Pantone per l'autunno/inverno 2016


Purtroppo vedo ancora troppa approssimazione e improvvisazione nel settore.
Spesso si cerca di riproporre avanzi di linee passate magari mischiate a qualcosa di nuovo, sperando che il cliente non se ne accorga.

Chissà quante avranno pensato di dedicare almeno una linea al colore marsala, colore di punta del 2015?
O all'azzurro polvere, il giallo mostarda, il verde salvia o il rosa lampone abbinato al più classico dei blu?

Su tutto il web già circolano le molteplici proposte in tema: dagli eventi ai bijoux.

Speriamo che in tema vetrina, oggettistica e confezionamento qualcuno ci abbia pensato.
Sono molto curiosa di scoprire tutte le novità.


Aspettate i reportages dettagliati.

Ed un consiglio: NO MARSALA? NO ORDINE!!!

A presto!

giovedì 19 marzo 2015

Il calendario OBBLIGATORIO delle vetrine per gioiellerie.

Mi capita spesso di passare davanti a vetrine come questa, al 19 marzo e vederla, oltre che allestita male, anche decorata con inopportuni festoni natalizi.


Ora non escludo che, vista la scritta sulla vetrofania, il negozio abbia probabile intenzione di chiudere. E questo dispiace sempre. Ma la domanda è: 
"Tutta colpa della recessione?"

Se la mia filosofia è:
"Cura bene il tuo giardino e presto le farfalle arriveranno!", teoria scientificamente valida e più volte verificata nella pratica, non ci vuole comunque un esperto per valutare che qui il giardino sia stato curato davvero poco!


Mi rendo conto che affidare ad un professionista tutti i mesi il riallestimento della vostra vetrina possa essere dispendioso. Ma il costo sostenuto per l' immagine è un investimento che darà ripetutamente i suoi frutti nel breve e lungo termine.
Potete pattuire con il professionista un tot di allestimenti annui. In questo modo vi garantirete un certo ricambio, vetrine sempre aggiornate e costi più contenuti. Il professionista infatti sarà certamente disposto a pattuire una cifra più bassa, se avrà la certezza di avere più commissioni durante l'anno da quello stesso cliente.

Se non volete cambiare la vetrina almeno una volta al mese, regola che ogni attività commerciale dovrebbe abbracciare ( con fiducia!), che vengano rispettati almeno i 6 momenti dell'anno in cui dovrebbe esserci un maggiore interesse per il mercato verso i preziosi e la bigiotteria di valore.

I 6 Momenti sono:

-Natale
-Festa degli Innamorati 
-Pasqua o Primavera
-Aprile/Maggio: "Le cerimonie"
-Estate
-Il nuovo anno commerciale: "Settembre"

Sono certa che l'unico momento in cui la maggior parte di voi è disposto ( o costretto!) ad investire sia il Natale. Rimandando la prossima spesa per la vetrina al Natale dell'anno successivo!

Ricordate:
Curare il proprio giardino, fa arrivare le farfalle.
La vetrina è un forte richiamo per il cliente.
Fare la vetrina non significa "ammucchiare" merce in vetrina!
Scenografie che emozionano, catturano l'attenzione innescano la curiosità ad entrare nel negozio e ad acquistare.

Ricordate infine che :
La vetrina è considerata uno dei canali più importanti attraverso cui comunica un'attività commerciale. Se un negozio ha una bella vetrina, certamente avrà qualcosa di bello da offrire al suo interno.
Buona serata!...e buone prossime vetrine di primavera.





martedì 3 marzo 2015

Sfilano le vetrine di preziosi nel cuore della Capitale

Il vantaggio di abitare a Roma e a due passi dal centro è quello di poter essere aggiornata in tempo reale sulle novità delle grandi Maison. E' come poter assistere ad una sfilata, senza invito e sotto il cielo stellato di una bella serata romana di fine inverno.

Ad essere sincera non ho visto cose troppo eclatanti dalle Maison di preziosi.
Naturalmente le loro vetrine sono sempre impeccabili, esposizione precisa ed essenziale. Scenografie poco impegnative. Mah, naturalmente io guardo le vetrine con occhio troppo critico e, lo ammetto, attirata più dall'emozione del contesto scenografico e meno dal contenuto in merce esposta.

Parto da quelle che mi sono piaciute di più.



(Foto: Lara Flammia)



 Rosato, ottimo esempio di immagine coordinata tra la vetrina e l'ambientazione interna in tema. Mi è piaciuta soprattutto per questo, e non tanto per il soggetto decorativo scelto: le carte da gioco, poco originali e abbastanza viste. L'effetto però è molto piacevole.
La potete vedere a Roma, in Via del Babbuino.
(L'interno della boutique Rosato in Via del Babbuino a Roma. Foto Lara Flammia)


Bello l'effetto cromatico delle vetrine di Cartier. Da lontano sembrano tele dipinte. In realtà si tratta di materiale plastico dai colori lucidi e brillanti.
Le scenografie sono di valore e non improvvisate. Belli i colori utilizzati. 
Hanno un solo difetto: sono poco fotogeniche. Vederle del vivo hanno un impatto emotivo notevole!

(Boutique Cartier, Via dei Condotti a Roma. Foto Lara Flammia)





(H.Winston, vetrine romane di Via dei Condotti. Foto: Lara Flammia)
Sontuosità per le vetrine di H.Winston, sottolineata dalla scelta cromatica del rosso, come fondale.
Regale anche l'immagine realizzata in rilievo, che ne aumenta il fascino.
Tutto evoca The king of Diamonds, così come era chiamato Sir Harry Winston fin dal secolo scorso. 




Un'originalità a metà per le vetrine di Bulgari, protagonista indiscusso dello shopping romano di lusso. Il marchio fu fondato nel 1884 da Sotirios Voulgaris, un artigiano proveniente da un piccolo villaggio arumeno dell'EpiroKalaritesche produceva oggetti in argento. Pare che sia proprio da lui che ha avuto origine la famiglia Bulgari, fondatrice dell'omonima maison.






Anche Tiffany & Co. fa la sua bella figura, ma niente di paragonabile alle deliziose vetrine che ha proposto a Natale. Anzi, se devo muovere una critica...sembra quasi un riciclo! La scenografia minimal ha come unico protagonista: un pacchetto dono con il colore must dell'inverno blue tiffany.















Il mio reportage finisce qui. Nessun'altra vetrina degna di nota, almeno per quanto riguarda gioielli e bijoux.
Come avrete notato, le vetrine presentano poca merce esposta. Ok, obietterete, loro se lo possono permettere. 
Non vi esorto a fare vetrine così austere e con poca merce esposta, ma vi esorto ad alleggerire le vostre vetrine. Troppa merce esposta ne abbassa il valore e trasmette un messaggio di disordine. Piuttosto create dei gruppi magari per categoria merceologica, distanziandoli opportunamente!

Per i pochi che non lo conoscessero vi segnalo il sito del magazine dedicato al lusso:
http://www.luxuryfiles.it/

Infine sul prossimo numero del Tarì Magazine, sono lieta, ed anche un po' emozionata, di segnalarvi che troverete la mia rubrica "in vetrina veritas" dedicata alla vetrinistica per il mondo del prezioso e del bijou.
Correte a sfogliarlo!

lunedì 2 marzo 2015

Le rocambolesche (dis)avventure di una mamma ex-donna in carriera!

(immagine scaricata dal sito www.mammecoitacchiaspillo.it)

La domanda è semplice:
Come può una donna, che fa la libera professione (senza nulla togliere a quelle che fanno le dipendenti!), e in maniera particolare la consulente d'immagine, barcamenarsi tra gli obblighi di tutti suoi capi, e non rovinare la propria di immagine?
Figlio di 3 anni nel pieno della esplorazione della vita e del mito "io sono grande"; marito psicologo e meridionale, che tra le due cose non si sa quale sia peggiore; la "propria" immagine riflessa allo specchio, che già è tanto riuscire a vederla verso le 11 del mattino, dopo avere nell'ordine: essersi svegliata alle 5.30 del mattino, fatto partire la lavatrice e stirato quella del giorno precedente, divorato almeno venti pagine dell'ultimo libro di web marketing per tenersi aggiornata, preparato e portato il figlio a scuola con la prima cosa capitata addosso, e trascorso già la prima ora e mezza al pc....naturalmente nei giorni in cui si lavora da casa. 

Riformulo la domanda:
Come può una donna, che fa la libera professione (senza nulla togliere a quelle che fanno le dipendenti!), e in maniera particolare la consulente d'immagine, barcamenarsi tra gli obblighi di tutti suoi capi, e non rovinare la propria di immagine?

La prima trappola in cui cade la libera professionista ( e consulente d'immagine) neo mamma è rendere intercambiabili casa e ufficio.
Dopo aver dedicato tutti gli anni "enti" a studiare e "enta" alla carriera, alla soglia degli "anta" decide di mettere su famiglia. Orologio biologico a parte, tutto il mio estro creativo ha trovato la sua massima espressione nel mio piccolo capolavoro 3enne. Forse per questa massima fatica creativa, ho deciso di dedicarmi alla sua contemplazione per almeno tre anni, lasciando poche briciole di tempo a tutto il resto. Lavoro incluso. E quando è stato il momento di riprendere seriamente mi sono immolata creando il mio ufficio attiguo al nido. Perchè, ho pensato, così mi è più facile gestire lavoro-casa-famiglia.

                                                      OOOOO___OOOOO

Eeeeeeehhhhhhhhh?????!?!?


Un giorno, dopo intercorsi via mail mi telefona un manager di Fendi.
Naturalmente non riconosco il numero e rispondo in bagno, mentre sto sistemando mio figlio che ha appena......
Mio figlio canta a squarciagola, una canzone di sua creazione, con parole indecifrabili.
Il tipo si presenta, e io in tutto quel casino, non capisco chi sia.
Quando lo capisco, è panico!
TOTALE!
Corro in un'altra stanza, implorando che il piccolo Pavarotti che ho partorito 3 anni fa e di cui sono la più agguerrita fan, non decida di seguirmi e iniziare uno dei suoi show radiofonici più pericolosi.
Lo fa.
Allora tento di chiudermi nella stanza. Ma non posso farlo con la chiave: non lascerete mica la chiave dietro alle porte delle stanze, voi mamme degeneri? Nooo, certo che no!
Quindi per non far entrare il piccolo despota, avere una conversazione professionale, qualificata e soprattutto rilassata col mio interlocutore telefonico, sono costretta a fare da leva contro la porta col sedere, mentre il forzuto nanetto tenta di aprirsi il varco urlando come un ossesso "mammaaaaaaaaaa apriiiiiiiiii", reggere il telefono con la mano libera cercando di non lasciarlo cadere e inventarmi strani rumori di interferenza per coprire gli urli satanassi del pargolo!

Un'altra volta, questa è recente, mi telefona un responsabile della Maison Gianni Carità, il famoso gioielliere, nonchè presidente del Tarì di cui sono consulente, per propormi un'interessante progetto di collaborazione. Tralascio di raccontare con chi fossi alle prese in quel momento ( sempre il 3enne di cui sopra!). Fatto sta che verso sera, il furbetto esploratore e aspirante "io sono grande" di casa, prende a mia insaputa il telefono, si nasconde in un posto appartato della stanza, recupera il numero del manager ( il come rimane un mistero!) e avvia una serie di chiamate senza risposta, condite dai suoi respiri affannosi conseguenza "nasino otturato di catarro", che non oso immaginare l'effetto "maniaco"sortito al malcapitato dall'altra parte del telefono.

Riformulo la domanda:
Come può una donna, che fa la libera professione (senza nulla togliere a quelle che fanno le dipendenti!), e in maniera particolare la consulente d'immagine, barcamenarsi tra gli obblighi verso tutti suoi capi, e non vedere rovinata la propria di immagine?

Questo quesito non ha trovato ancora una risposta. 
Una cosa è certa.
Sono felice di essere una mamma ex "solo" donna in carriera.



p.s. Dedicato alle mamme ex "solo" donne in carriera: guardate questo esilarante blog!
http://www.mammecoitacchiaspillo.it/elastigirl-una-mamma-supereroe/






giovedì 26 febbraio 2015

CARTONCINO BRISTOL: IL MITO


Ricordo ancora i lavoretti fatti a scuola per la festa del papà o della mamma. Erano i primi inconsapevoli esempi di riciclo. Negli anni '70 inizio '80 non si parlava certo di inquinamento e riutilizzo. O almeno non come se ne parla oggi. Ma quelle piccole opere d'ingegno sapevano tanto di eco e riutilizzo delle cose da buttare. Quanti lavoretti fatti con l'interno del rotolo della carta igienica? La bottiglietta di vetro del succo di frutta? I fogli del giornale?


A pensarci bene.....l'altro ieri la maestra di mio figlio ( che frequenta il 1° anno di scuola dell'infanzia, alias materna, alias ai miei tempi "l'asilo") ci ha chiesto di mettere nello zainetto il mitico rotolo e una bottiglietta vuota di succo di frutta! Non compravo da tempo i succhi nella bottiglietta, prediligendo per praticità e anche sicurezza del bambino, i moderni bricks con cannuccia in dotazione. Però devo ammettere che la conservazione dei cibi e delle bevande nel vetro è una garanzia: il succo è più buono!


Ma bando alle ciance, torniamo al nostro ( o almeno il mio) oggetto di culto: 
il cartoncino bristol.


Economico 
Colorato 
Multifunzionale 
Flessibile
Arrotolabile
Facilmente incollabile
Conosciuto da tutti




Ho realizzato decine di scenografie per vetrine di forte impatto emozionale utilizzando solo cartoncini bristol multicolor. E poi fiori, animali, bigliettini augurali, d'invito e partecipazioni di nozze. 
Credo di essermi innamorata di loro fin dagli spensierati giorni della fanciullezza. Perchè facevano viaggiare la mia fantasia, stimolando invenzioni, soggetti e personaggi che prendevano vita piegando e sforbiciando. 


Le sagome strambe e un po' picassiane di allora, si sono trasformate in figure e forme stilizzate, grazie alle tecniche apprese in anni di esperimenti e corsi di perfezionamento.
Perchè non si finisce mai d'imparare e gli stimoli creativi si possono trovano in ogni dove. Anche nel confronto di chi ha sperimentato metodi alternativi o più efficaci. 
O solo più originali.

Nel corso di presentazioni o eventi fieristici, nonostante i lavori più raffinati o fantasiosi utilizzando i materiali più conosciuti per chi è del settore, il momento della creazione con il cartoncino bristol è stato sempre accolto da molteplici entusiasmi e circondato da appaganti "ooohhh" di meraviglia.

Col cartoncino bristol si crea veramente dal nulla, conferendo al bidimensionale l'ambita caratteristica del tridimensionale, soltanto grazie all'uso di: taglierino, forbici e qualche volta la colla.

E poi.... avete provato ad arricciarlo? 


Buon lavoro e...fatemi sapere!



lunedì 26 gennaio 2015

VETRINE GIOIELLERIE E BIJOU di Lara Flammia





Questo è un nuovo video di mia creazione. Ho inserito alcune vetrine realizzate presso gioiellerie e negozi di bigiotteria.

NOn è difficile creare video come questi: servono delle foto, dei testi, un'idea...e una bella musica. Ah, naturalmente dei software. Sceglietene di semplici. Sul web ne girano diversi e inoltre gratuiti. 
E' importante rendere il più possibile le foto movimentate, in maniera tale che chi guarda non abbia l'impressione di vedere scorrere delle foto come delle diapositive o delle slides, ma come se le foto fossero animate. 
La pubblicità deve esserci, ma non troppo invasiva, in maniera da non disturbare chi guarda, infastidendolo e distogliendolo dal suo divertimento.

martedì 13 gennaio 2015

Stamattina, mi sono imbattuta nella pagina Facebook della Fiera di Roma e ho letto con interesse la Lettera aperta al Sindaco di Roma Capitale  (http://www.fieraroma.it/stampa/comunicati/2014/LETTERA_APERTA_AL_SINDACO_DI_ROMA_CAPITALE.pdf) da parte del Dott. Mauro Mannocchi Amministratore Unico di Fiera Roma Srl. La cosa che mi ha stupito maggiormente, a parte il contenuto della lettera naturalmente, è la pagina facebook stessa di Fiera di Roma. E vedere che sotto la lettera, già pubblicata sul sito ufficiale della Fiera di Roma, non ci fosse nessun commento: neanche uno!!! E scorrendo la pagina ho visto che non viene aggiornata regolarmente, nè vengono pubblicate le varie iniziative o le fiere in corso o di prossima programmazione! Solidale col dottore riguardo alla lettera, ma si ricorda dell'esistenza di un canale di comunicazione così potente come facebook, solo per pubblicare la lettera? Chissà se mi sono meravigliata pi io o lui a non vedere nessun commento alla sua lettera! questa cosa mi ha fatto proprio indignare: ma possibile che ancora non ci si è accorti di quanto sia importante comunicare col pubblico? quel pubblico che poi è il solo in grado di portare incassi reali alla Fiera? Se non ci sono visitatori, non ci sono espositori e le fiere svolte saranno sempre di minore importanza, concentrando il volume d'affari fieristico italiano in altre città, in primis Milano, Rimini, Bologna, Verona. 
Sono una consulente d'immagine aziendale, mi occupo di comunicazione e allestimenti, quindi spesso lavoro nelle fiere e sono costretta a spostarmi da Roma verso altre città, dove è innegabile vengono svolte fiere più prestigiose e importanti. Lo dico con amarezza e rammarico e sono qui a domandarne il perchè! Da studiosa del web e di social marketing, la prima domanda che mi sono fatta, dando una scorsa veloce alla pagina facebook della Fiera di Roma è questa: dov'è la comunicazione con il pubblico delle fiere che si organizzano nelle sedi? Guardo il loro sito e ne vedo ben tre in programmazione per il mese di gennaio. E nessuna comunicazione sul profilo fb! Sig. Amministratore , ho letto con interesse la sua lettera aperta al Sindaco di Roma e i cattivi pensieri, in risposta alle domande che pone nella lettera, mi perdoni, mi sono venuti. La Fiera dovrebbe essere motivo di orgoglio, ci si dovrebbe adoperare affinchè fiere sempre più importanti e prestigiose venissero organizzate a Roma. Potrebbe essere un valoroso contributo al rilancio dell'economia locale, ma non solo, anche al turismo, se pensiamo a tutte quelle attività di servizi che ruotano intorno ad una fiera. Ha fatto bene a scrivere questa lettera aperta, ma mi domando: nessun commento, nessuna indignazione, nessun niente di niente su un social network così importante come facebook? nessuno che dica la sua, che possa contribuire ad una dialettica, che abbia qualche proposta?!Sui social network comunicano associazioni di ogni genere, si organizzano eventi di massa, persino i criminali li usano per organizzare massacri o comunicare iniziative nefaste (ndr gli eventi degli ultimi giorni) e Fiera di Roma non riceve nessun commento o appoggio o foss'anche critica attraverso il social network più conosciuto? Io qui però una comunicazione non la vedo, non c'è interazione col pubblico, quelli che dovrebbero essere gli interessati a visitare le fiere che organizzate. Allora, oltre ai problemi di sprechi, malaffare, planner sbilanciati, perchè non attivare al meglio questa Fiera di Roma, partendo dalla comunicazione con quelli che sono i veri soggetti che possono portare "soldi" alla Fiera: i visitatori? Se la Fiera non aumenta il suo potenziale di visitatori, non ci saranno espositori pronti ad investire sulle vostre fiere! Allora perchè organizzare una Fiera proprio a Fiera di Roma? Io mi auguro che la Fiera cresca, anzi prosperi e che arrivino gli aiuti da Roma Capitale e che ci sia un migliore utilizzo di una risorsa come la Fiera, che dovrebbe essere di interesse innanzitutto pubblico. Ovvero di tutti!
Esistono ancora organizzazioni importanti come questa che sui social network NON ESISTONO?????
Esiste la mafia, la camorra, l'isis, giorgio armani e ........Fiera di Roma no?????? E voi, come siete messi?????