giovedì 19 marzo 2015

Il calendario OBBLIGATORIO delle vetrine per gioiellerie.

Mi capita spesso di passare davanti a vetrine come questa, al 19 marzo e vederla, oltre che allestita male, anche decorata con inopportuni festoni natalizi.


Ora non escludo che, vista la scritta sulla vetrofania, il negozio abbia probabile intenzione di chiudere. E questo dispiace sempre. Ma la domanda è: 
"Tutta colpa della recessione?"

Se la mia filosofia è:
"Cura bene il tuo giardino e presto le farfalle arriveranno!", teoria scientificamente valida e più volte verificata nella pratica, non ci vuole comunque un esperto per valutare che qui il giardino sia stato curato davvero poco!


Mi rendo conto che affidare ad un professionista tutti i mesi il riallestimento della vostra vetrina possa essere dispendioso. Ma il costo sostenuto per l' immagine è un investimento che darà ripetutamente i suoi frutti nel breve e lungo termine.
Potete pattuire con il professionista un tot di allestimenti annui. In questo modo vi garantirete un certo ricambio, vetrine sempre aggiornate e costi più contenuti. Il professionista infatti sarà certamente disposto a pattuire una cifra più bassa, se avrà la certezza di avere più commissioni durante l'anno da quello stesso cliente.

Se non volete cambiare la vetrina almeno una volta al mese, regola che ogni attività commerciale dovrebbe abbracciare ( con fiducia!), che vengano rispettati almeno i 6 momenti dell'anno in cui dovrebbe esserci un maggiore interesse per il mercato verso i preziosi e la bigiotteria di valore.

I 6 Momenti sono:

-Natale
-Festa degli Innamorati 
-Pasqua o Primavera
-Aprile/Maggio: "Le cerimonie"
-Estate
-Il nuovo anno commerciale: "Settembre"

Sono certa che l'unico momento in cui la maggior parte di voi è disposto ( o costretto!) ad investire sia il Natale. Rimandando la prossima spesa per la vetrina al Natale dell'anno successivo!

Ricordate:
Curare il proprio giardino, fa arrivare le farfalle.
La vetrina è un forte richiamo per il cliente.
Fare la vetrina non significa "ammucchiare" merce in vetrina!
Scenografie che emozionano, catturano l'attenzione innescano la curiosità ad entrare nel negozio e ad acquistare.

Ricordate infine che :
La vetrina è considerata uno dei canali più importanti attraverso cui comunica un'attività commerciale. Se un negozio ha una bella vetrina, certamente avrà qualcosa di bello da offrire al suo interno.
Buona serata!...e buone prossime vetrine di primavera.





martedì 3 marzo 2015

Sfilano le vetrine di preziosi nel cuore della Capitale

Il vantaggio di abitare a Roma e a due passi dal centro è quello di poter essere aggiornata in tempo reale sulle novità delle grandi Maison. E' come poter assistere ad una sfilata, senza invito e sotto il cielo stellato di una bella serata romana di fine inverno.

Ad essere sincera non ho visto cose troppo eclatanti dalle Maison di preziosi.
Naturalmente le loro vetrine sono sempre impeccabili, esposizione precisa ed essenziale. Scenografie poco impegnative. Mah, naturalmente io guardo le vetrine con occhio troppo critico e, lo ammetto, attirata più dall'emozione del contesto scenografico e meno dal contenuto in merce esposta.

Parto da quelle che mi sono piaciute di più.



(Foto: Lara Flammia)



 Rosato, ottimo esempio di immagine coordinata tra la vetrina e l'ambientazione interna in tema. Mi è piaciuta soprattutto per questo, e non tanto per il soggetto decorativo scelto: le carte da gioco, poco originali e abbastanza viste. L'effetto però è molto piacevole.
La potete vedere a Roma, in Via del Babbuino.
(L'interno della boutique Rosato in Via del Babbuino a Roma. Foto Lara Flammia)


Bello l'effetto cromatico delle vetrine di Cartier. Da lontano sembrano tele dipinte. In realtà si tratta di materiale plastico dai colori lucidi e brillanti.
Le scenografie sono di valore e non improvvisate. Belli i colori utilizzati. 
Hanno un solo difetto: sono poco fotogeniche. Vederle del vivo hanno un impatto emotivo notevole!

(Boutique Cartier, Via dei Condotti a Roma. Foto Lara Flammia)





(H.Winston, vetrine romane di Via dei Condotti. Foto: Lara Flammia)
Sontuosità per le vetrine di H.Winston, sottolineata dalla scelta cromatica del rosso, come fondale.
Regale anche l'immagine realizzata in rilievo, che ne aumenta il fascino.
Tutto evoca The king of Diamonds, così come era chiamato Sir Harry Winston fin dal secolo scorso. 




Un'originalità a metà per le vetrine di Bulgari, protagonista indiscusso dello shopping romano di lusso. Il marchio fu fondato nel 1884 da Sotirios Voulgaris, un artigiano proveniente da un piccolo villaggio arumeno dell'EpiroKalaritesche produceva oggetti in argento. Pare che sia proprio da lui che ha avuto origine la famiglia Bulgari, fondatrice dell'omonima maison.






Anche Tiffany & Co. fa la sua bella figura, ma niente di paragonabile alle deliziose vetrine che ha proposto a Natale. Anzi, se devo muovere una critica...sembra quasi un riciclo! La scenografia minimal ha come unico protagonista: un pacchetto dono con il colore must dell'inverno blue tiffany.















Il mio reportage finisce qui. Nessun'altra vetrina degna di nota, almeno per quanto riguarda gioielli e bijoux.
Come avrete notato, le vetrine presentano poca merce esposta. Ok, obietterete, loro se lo possono permettere. 
Non vi esorto a fare vetrine così austere e con poca merce esposta, ma vi esorto ad alleggerire le vostre vetrine. Troppa merce esposta ne abbassa il valore e trasmette un messaggio di disordine. Piuttosto create dei gruppi magari per categoria merceologica, distanziandoli opportunamente!

Per i pochi che non lo conoscessero vi segnalo il sito del magazine dedicato al lusso:
http://www.luxuryfiles.it/

Infine sul prossimo numero del Tarì Magazine, sono lieta, ed anche un po' emozionata, di segnalarvi che troverete la mia rubrica "in vetrina veritas" dedicata alla vetrinistica per il mondo del prezioso e del bijou.
Correte a sfogliarlo!

lunedì 2 marzo 2015

Le rocambolesche (dis)avventure di una mamma ex-donna in carriera!

(immagine scaricata dal sito www.mammecoitacchiaspillo.it)

La domanda è semplice:
Come può una donna, che fa la libera professione (senza nulla togliere a quelle che fanno le dipendenti!), e in maniera particolare la consulente d'immagine, barcamenarsi tra gli obblighi di tutti suoi capi, e non rovinare la propria di immagine?
Figlio di 3 anni nel pieno della esplorazione della vita e del mito "io sono grande"; marito psicologo e meridionale, che tra le due cose non si sa quale sia peggiore; la "propria" immagine riflessa allo specchio, che già è tanto riuscire a vederla verso le 11 del mattino, dopo avere nell'ordine: essersi svegliata alle 5.30 del mattino, fatto partire la lavatrice e stirato quella del giorno precedente, divorato almeno venti pagine dell'ultimo libro di web marketing per tenersi aggiornata, preparato e portato il figlio a scuola con la prima cosa capitata addosso, e trascorso già la prima ora e mezza al pc....naturalmente nei giorni in cui si lavora da casa. 

Riformulo la domanda:
Come può una donna, che fa la libera professione (senza nulla togliere a quelle che fanno le dipendenti!), e in maniera particolare la consulente d'immagine, barcamenarsi tra gli obblighi di tutti suoi capi, e non rovinare la propria di immagine?

La prima trappola in cui cade la libera professionista ( e consulente d'immagine) neo mamma è rendere intercambiabili casa e ufficio.
Dopo aver dedicato tutti gli anni "enti" a studiare e "enta" alla carriera, alla soglia degli "anta" decide di mettere su famiglia. Orologio biologico a parte, tutto il mio estro creativo ha trovato la sua massima espressione nel mio piccolo capolavoro 3enne. Forse per questa massima fatica creativa, ho deciso di dedicarmi alla sua contemplazione per almeno tre anni, lasciando poche briciole di tempo a tutto il resto. Lavoro incluso. E quando è stato il momento di riprendere seriamente mi sono immolata creando il mio ufficio attiguo al nido. Perchè, ho pensato, così mi è più facile gestire lavoro-casa-famiglia.

                                                      OOOOO___OOOOO

Eeeeeeehhhhhhhhh?????!?!?


Un giorno, dopo intercorsi via mail mi telefona un manager di Fendi.
Naturalmente non riconosco il numero e rispondo in bagno, mentre sto sistemando mio figlio che ha appena......
Mio figlio canta a squarciagola, una canzone di sua creazione, con parole indecifrabili.
Il tipo si presenta, e io in tutto quel casino, non capisco chi sia.
Quando lo capisco, è panico!
TOTALE!
Corro in un'altra stanza, implorando che il piccolo Pavarotti che ho partorito 3 anni fa e di cui sono la più agguerrita fan, non decida di seguirmi e iniziare uno dei suoi show radiofonici più pericolosi.
Lo fa.
Allora tento di chiudermi nella stanza. Ma non posso farlo con la chiave: non lascerete mica la chiave dietro alle porte delle stanze, voi mamme degeneri? Nooo, certo che no!
Quindi per non far entrare il piccolo despota, avere una conversazione professionale, qualificata e soprattutto rilassata col mio interlocutore telefonico, sono costretta a fare da leva contro la porta col sedere, mentre il forzuto nanetto tenta di aprirsi il varco urlando come un ossesso "mammaaaaaaaaaa apriiiiiiiiii", reggere il telefono con la mano libera cercando di non lasciarlo cadere e inventarmi strani rumori di interferenza per coprire gli urli satanassi del pargolo!

Un'altra volta, questa è recente, mi telefona un responsabile della Maison Gianni Carità, il famoso gioielliere, nonchè presidente del Tarì di cui sono consulente, per propormi un'interessante progetto di collaborazione. Tralascio di raccontare con chi fossi alle prese in quel momento ( sempre il 3enne di cui sopra!). Fatto sta che verso sera, il furbetto esploratore e aspirante "io sono grande" di casa, prende a mia insaputa il telefono, si nasconde in un posto appartato della stanza, recupera il numero del manager ( il come rimane un mistero!) e avvia una serie di chiamate senza risposta, condite dai suoi respiri affannosi conseguenza "nasino otturato di catarro", che non oso immaginare l'effetto "maniaco"sortito al malcapitato dall'altra parte del telefono.

Riformulo la domanda:
Come può una donna, che fa la libera professione (senza nulla togliere a quelle che fanno le dipendenti!), e in maniera particolare la consulente d'immagine, barcamenarsi tra gli obblighi verso tutti suoi capi, e non vedere rovinata la propria di immagine?

Questo quesito non ha trovato ancora una risposta. 
Una cosa è certa.
Sono felice di essere una mamma ex "solo" donna in carriera.



p.s. Dedicato alle mamme ex "solo" donne in carriera: guardate questo esilarante blog!
http://www.mammecoitacchiaspillo.it/elastigirl-una-mamma-supereroe/